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Nella durata minima di luce

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Nelle nostre morti segrete,

nell'uragano del perduto

che non si lascia misurare,

l'Immenso è sterminato canto

che riempie di sangue

ciò che è senza limite..

 

Da un altro luogo, sulla terra, mi commuove

vedere  amina alla finestra, mentre prega,

nell'ora del cielo,  la  più bella,

dove qualcosa si lacera e si spacca

in tutta la  sua grazia  naturale

per distendere il torace di chi muore

nella tragedia umana del natale,

dondolando lentamente le ginocchia

sul carro dell'Orsa, la minore,

 

nella notte più lunga dell'anno

vengono a piedi  dodici stelle

e la figlia del fulmine, rossa,

con le mani che sanno di mirra,

una pioggia trascorsa alle orecchie

 

Ohh..C'è più del semplice passato nei natali

di quella volta che mi tenevi

coi capelli bagnati sul Savena:

tenevi la fiamma più piccola accesa

in cima all'abete, per ferrare i cavalli

nella tempesta di neve, e sulla ruota

cantavi del Re che diventava un bambino

nell'utero della dea, nella regina del gelo

eri l'amante,  il figlio  e la promessa,

nell'attimo dell'inizio,  di primavera..

 

dentro la finestra,  c'è la stessa luce-

come avevi sugli stracci allora

nell'aria stretta del rifugio, e poche cose

per non farci più vedere da nessuno,

nelle bacinelle il nome intero luminava

con i ferri di Nichole, con i ramponi nuovi

tenuti in serbo per Natale, per la neve-

se ti racconto ancora la bellezza

di come stringevo le sue zampe

tra le cosce, come tremavo inginocchiata

lasciando andare le mie mani

con un chiodo dopo l'altro  sugli zoccoli:

tra l'immagine e la voce ti toccavo

nella durata minima di  luce

col filo a piombo del signore,

piccolomio. Dove viene per morire

è trasparente la salita

e l'anima s'imbianca questanotte,

dove trabocca il mio presepe,

nel mistero femminile della luce,

divenuto intero. Io ti ascolto,

meravigliosa di tanta mestizia

e tutto quello che  posi, dentro claudia,

dove nulla è più vero di Luca,

con gli stessi occhi chiari degli uccelli

ti offro queste braccia per natale,

per l'amore di aderire con lo sguardo

fino a dove  ti sento risalire,

con un gesto che riposa ogni respiro.

 

Toccando l'invisibile mi sposo

con l'infinito ciclo delle palpebre,

il dolore appena fatto va alla gioia,

rifiorendo dallo stesso grembo

che gli dette vita per Natale.

 

  Cristina Bizzarri - 26/12/2014 14:16:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Mi scuso ancora: dovevo scrivere per i "piccoli", per restituire senso completo e valore simbolico alla parola!

 Cristina Bizzarri - 26/12/2014 09:13:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

(Inscindibile dalla poesia, ormai, il commento di Ferdinando.
Per i piccoli. Nella durata minima di luce mi sono "uteromessa")

 quattrostraccisullapelle - 26/12/2014 05:07:00 [ leggi altri commenti di quattrostraccisullapelle » ]

Mai immediata, mai facile, se semplice occorre allora provocarci la mente pensando alla semplicità del genio.
Che cosa vede amina alla finestra non lo sappiano, senz’altro lei vede di più rispetto alla capacità delle parole di contenerlo, di riuscire a dirlo compiutamente. Le parole devono subire lo stesso processo di lacerazione per lasciarsi trafiggere ed oltrepassare dalla luce; e spesso quando ciò avviene, avviene per un’estensione del morire, in un dolore che appena nasce va alla gioia.
S’intersecano coi versi due prospettive che richiamano una croce, implicitamente il segno della Croce: il verticale, ed è la preghiera di amina alla finestra, è l’Orsa minore, è il punto di vista trascendente la Terra; e c’è la dimensione orizzontale, qui il cuore pulsante di questa poesia, per lo struggimento della prospettiva temporale e la narazione che viene in tramature di un vissuto, forse intrecciate tra di loro fino a rendersi inscindibili nell’unico significato esperienziale-simbolico. In tal senso non può sfuggire tutta la bellezza per amina del suo rapporto con i cavalli, un rapporto dall’odore selvaggio, un odore amatissimo, forse anche perché in quell’odore qualcosa accade (pensiamo a questo personaggio: amante, figlio, promessa); però questo struggimento non nasce dal semplice ricordo ma dalla sua intensità che addensa in modo massivo la distanza temporale, quasi trasfigurandolo in mito; quasi, perché l’intelaiatura dolorosa non concede scampo. Per questo i capelli bagnati sul Savena, il rifugio, la luce, il nome luca, che è più di un nome ovvero è chi il nome dice, che abita dentro claudia, ci conducono al mistero della vita con la contemplazione del Mistero: " Dove viene per morire/ è trasparente la salita/e l’anima s’imbianca questanotte/, dove trabocca il mio presepe,/
nel mistero femminile della luce,/ divenuto intero. Io ti ascolto,/ meravigliosa di tanta mestizia". Sembrano due natività sovrapposte per coincidenza di forma e di sostanza per la parte umana.
Sempre da Amina: dallo stesso grembo, nell’intervallo minimo della luce e nel mistero femminile della luce un dolore appena fatto va alla gioia.
Se una poesia, una grande poesia quindi una bella poesia, ci sovrasta è sempre "indecifrabile", rimane "suono permanente di scrittura", i suoi versi sono canne di un flauto di Pan ed ogni lettura è un soffiarvi dentro, ciascuna in modo proprio ed unico, questo allora vale sempre e ancora di più per Amina, ché ogni sua composizione (ci saranno senz’altro eccezioni, anche versi di un dio minore) diventa un’epifania non solo di significati - di senso -, ma segno "visionario".
Non riesco a dire di più di questa sua poesia, se non che mi ha mostrato la Natività, mi ha parlato della Maternità di Maria e del mistero ricchezza della femminilità e non lo ha fatto in un senso intellettuale e teologico, ciò non significa che non vi sia un’importante contaminazione di una riflessione erudita sui temi, ma offrendo il proprio "utero" (se così posso permettermi di dire, con rispetto e devozione, per descrivere un suo viscerale "sentire" nella carne quel che ha "veduto") alla scrittura delle parole per ridire l’indicibile che rimane per la "durata minina della luce" quindi eternamente.

Sempre MiaInsuperabilePoetessa

 Luc Laudja - 25/12/2014 21:13:00 [ leggi altri commenti di Luc Laudja » ]

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 Silvia De Angelis - 25/12/2014 20:22:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Grandi emozioni, in questa densa scrittura poetica, nella quale la suggestione interpreta grandi passi del pensiero
Sempre bello leggerti, buona serata, Amina, silvia

 Cristina Bizzarri - 25/12/2014 19:04:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Batte forte il cuore ascoltando Amina, e anche se a una prima lettura non è possibile trattenere tutto, si entra - se si vuole - nel mito della (sua) vita che ci dona.
E a me sembra di trovare il filo che ci congiunge. E mi dico che preghiera, canto, mantra ... e poesia, qui, sono la stessa cosa.
Auguri Amina!

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